Lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare: è il pensiero fisso con cui, dopo due anni di guerra, il protagonista di questa storia sale sul treno per tornare a casa. Ma basta poco per rendersi conto che guerra e pace sono termini intercambiabili, e che non esiste nessun confine - geografico, cronologico o interiore - oltre il quale si è salvi: puoi vivere ancora mille vite, ma se sei stato un soldato sarai per sempre un reduce. Con la sua scrittura ruvida e diretta, e un talento istintivo nel raccontare, Nicolai Lilin ci consegna un romanzo di «formazione estrema», la cronaca di un percorso emotivo di drammatica intensità. «Io ero una minaccia per la gente, minacciavo l'assoluto delle loro coscienze, la sacralità delle loro vite. Io conoscevo da vicino l'oggetto delle loro più grandi paure. Credevo di aver abbandonato la guerra, e invece la guerra ero io». | |
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Data ultimo aggiornamento: Giovedi' 3 novembre 2011 |