«Che cosa possiamo sperare? La pace, la giustizia, la salvaguardia del creato. In che modo? Direi: per mezzo di una rinascita intelligente del teologico-politico. Vale a dire, anzitutto, attraverso la comunione tra gli uomini, nelle diverse comunità che essi formano; questa comunione non è statica, ma è una dialettica costante tra la "morte", vale a dire la sottomissione di un desiderio, certo buono, ma individuale, alla parola che viene dall'altro, dagli altri, che non può che spiazzare la preoccupazione d
i sé, e la "risurrezione", vale a dire la felicità che risulta dall'essere insieme, ove il personale è trasfigurato attraversa la rinuncia costruttrice di tutti» (dalla Conclusione). L'autore afferma di essersi dedicato alla stesura del libro per verificare a che punto fosse la propria speranza e per condividerla. Il punto di vista che la sua riflessione sviluppa parte dal convincimento che oggi muoia una civiltà fondata sul primato del «logico», inteso come intelligibile e ragionevole, e che l' epoca attuale inviti a reintrodurre il simbolico, ovvero il primato del legame nella struttura e nella vita del reale, nel desiderio e nel sapere umani. Sommario I. ANIMALI E UOMINI. Il problema: c'è «l'uomo»? Verso una risposta: alcuni principi di metodo. II. ALLA SCUOLA di PLATONE: EROS DEL SAPERE ED EVOLUZIONE DEL REALE. «HENOLOGICA». Scoperta di un «monismo modulato». Storia del monismo modulato: il periodo cristiano. Il monismo modulato nella modernità. Sul libero arbitrio. Conclusione. III. ARISTOTELE AL QUARTIERE LATINO: CARNE E ANIMA. «Ontologica». Parigi, 1270. Fra dualismo e monismo: lo spirito e la carne. Avvicinamento all'idea di creazione. Il quadro cristiano medievale e classico. Conclusione. IV. IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. «PROSLOGICA». L'evento della parola. Il racconto cristiano. Ripresa sulla storia del tempo. Conclusione. | |
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Data ultimo aggiornamento: Domenica 18 dicembre 2011 |