Da testimone dell'evento, l'autore rivendica le novitą pastorali del Vaticano II: una Parola di Dio che orienti davvero la vita del cristiano e della Chiesa, una liturgia che impregni di Cristo tutta la loro esistenza e attivitą. Due elementi che dovrebbero far sentire primaria la voce del popolo di Dio e spingerlo a essere lievito del cammino dell'umanitą tutta verso il regno di Dio, un cammino di accoglienza dell'amore di Dio e di solidarietą verso gli altri esseri umani, a cominciare dai pił piccoli, i p
ił poveri ed emarginati. Al tempo stesso Bettazzi manifesta la sua preoccupazione per un'ancora limitata accoglienza e ancor pił limitata attuazione del Concilio. Soprattutto per il fatto che lo si interpreta in chiave minimalista, senza che la lettura della Bibbia diventi il punto di riferimento, o presentando la liturgia come la preghiera del popolo di Dio e non come «sorgente e culmine» della vita della Chiesa e dei cristiani. Egli pensa alle giovani generazioni quali destinatarie privilegiate delle sue parole, confidando che «qualche giovane coraggioso possa superare la barriera del modo diverso di pensare e di esprimersi» per raccogliere la testimonianza di un evento che deve ancora illuminare la Chiesa di oggi e di domani. | |
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Data ultimo aggiornamento: Mercoledi' 23 novembre 2011 |