“Se non ti aspetti l'inatteso non lo scoprirai, sfuggente e improbabile com'è” ha detto Eraclito.
La vicenda prende l’avvio dall’inaspettato incontro fra un uomo e una donna, nelle corsie di un grande ospedale.
Come nei romanzi di formazione la protagonista si butta nella vita e nel mondo, assapora emozioni, sperimenta un tumultuoso amore, si scontra con dure realtà, fino a vivere molteplici quanto inattese esperienze lungo un percorso che aprirà strade importanti. La trama è stata scelta al Salone de l Libro 2010, nell’ambito dell’iniziativa di Radio1 Rai, TRAMATE CON NOI, condotta da Vito Cioce con Claudio Gorlier. Legge un incipit L’inatteso incontro con Lorenzo, mi aveva catapultato dinanzi a un personaggio di grande fascino intellettuale, travolgente e dai risvolti imprevedibili. Viveva con la valigia in una mano e l’endoscopio nell’altra. Parlava fluentemente quattro lingue. Un terzo della sua vita lo trascorreva in aereo, da un congresso a un altro, tenendo conferenze in giro per il mondo. Nel suo reparto, era possibile trovarlo non più di due giorni a settimana. E, proprio in uno di quei giorni, lo incontrai nel lungo corridoio dell’ospedale. Tutto fu precipitoso fra noi. Passionale, impetuoso, senza argini e rigore alcuno. Dall’ardore di un rapporto consumato troppo in fretta sul divano del suo studio, a un’ora dal nostro primo sguardo, pensavo di giungere a un legame profondo che accostasse al talamo bollente il tepore del focolare. Mentre lui, con le sue cure, restituiva a mio padre la vita, io consegnavo la mia. "Mi attendeva una lunga, intensa, indimenticabile giornata, ma ancora non sapevo, né potevo immaginare, che cosa da lì a poche ore sarebbe accaduto. Provavo una vaga sensazione che mi rendeva emozionata e radiosa. Avvertivo quasi un’aria di festa mentre, attorno a me, infermiere in bicicletta sfrecciavano con le provette riposte nel cestino sulla ruota posteriore. Parevano adolescenti in gita con la merenda nel paniere e questa scena, apparentemente vacanziera, esaltava la percezione di leggerezza che provavo. Eravamo in inverno e quel sabato con la sua luminosità inaspettata, quasi estiva, si rifletteva sul mio aspetto. In quel momento, il sole l’avevo già dentro e questo mi predisponeva al meglio con il resto del mondo". | |
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Data ultimo aggiornamento: Giovedi' 1 dicembre 2011 |