Storia di Lodovico, rappresentante della sempre più esigua minoranza etnica, in via di estinzione, capace di emozionarsi e di entusiasmarsi per ciò che vede attorno a sé. Vita vissuta, raccontata dall’autore fedelmente, ma con umorismo surreale. In uno stile piacevolissimo, con la leggerezza di una cultura che si fa ironia, strizzando l’occhio al Barone di Münchhausen, al Signor Veneranda di Carlo Manzoni e perfino al Marcovaldo di Calvino. Perché, se Lodovico vive in un villaggio, si tratta di un villaggio globale, con le sue "discontinuità, diversità e divisioni". Leggi un incipit – Sì, sì, ci sono. – Sai, – riprese Lodovico con un tono di voce insolitamente basso, – ero molto nervoso mentre guidavo. A un tratto accadde che il naso iniziasse a prudermi. Cominciai a grattarmi con il dito, un po’ fuori e un po’ dentro … un po’ dentro e un po’ fuori … e forse fui un po’ troppo violento … sai può capitare con la minuta vascolarizzazione nasale. Forse così può avere avuto origine il mio problema. – Forse? – pronunciai la domanda con un livello di voce comparabile, per intensità, al rumore prodotto da un martello pneumatico. Ma, non essendo ancora soddisfatto, aggiunsi: –Tu però hai menzionato anche un ictus. – Certo hai ragione. Il fatto è che non avevo capito che stavano parlando del poveraccio che mi stava di fianco … sai succede. | |
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Data ultimo aggiornamento: Giovedi' 1 dicembre 2011 |