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SIRENA TONI
SIRENA TONI, Morte al tiranno. Quattro storie per la libertà, Cierre Edizioni
Congiura a Villa Gaggia Delitto di intenzione Angelo sbardelotto L'impazienza di Giobbe Carlo Rudio
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Cosa accomuna un irriducibile mazziniano che nel 1858 tenta di uccidere a Parigi Napoleone III, un anarchico che nel 1932 si accinge a tirare due bombe contro Mussolini a Roma, un fervente repubblicano che a cavallo tra gli anni Venti e Trenta organizza complotti per ammazzare il Duce, un gruppo di azionisti che nel 1943 complottano per uccidere Hitler e Mussolini? Sono tutti tirannicidi, sono tutti bellunesi.

 E tutti falliscono l’obiettivo. Le loro storie sono raccontate in un libro in questi giorni in l ibreria: “Morte al tiranno”.

 L’autore è il giornalista Toni Sirena, che con Cierre ha già pubblicato altri volumi (“Uomini e alberi”, “I delitti di Alleghe”, “La montagna assassina”). Attento alla storia, ma soprattutto alle vicende politiche e umane dei protagonisti di queste avventure fuori dell’ordinario, l’autore scava nelle biografie, scopre punti di osservazione inconsueti, illumina la scena con particolari inediti. Ne esce un fitto disegno di contesti nei quali agiscono i protagonisti, scevro da ogni retorica e da ogni oleografia.

Anche quando può risultare scomodo ad un’epica di maniera. Il tutto, in ogni caso, documentato anche attraverso l’incrocio delle fonti. In alcuni casi l’autore ha attinto a documenti d’archivio inediti che, pur lasciando aperte alcune questioni storiografiche, chiariscono aspetti importanti.

 Come nel caso del progettato attentato di villa Gaggia di Belluno (dove si svolse lo storico vertice tra Hitler e Mussolini, il 19 luglio 1943,
erroneamente chiamato “incontro di Feltre”), preparato nei minimi particolari con largo anticipo e non, come si è finora ritenuto, deciso appena un paio di giorni prima.

O come nel caso del lamonese Giobbe Giopp, da alcuni ritenuto un infiltrato dell’Ovra, la polizia segreta fascista, ma che nuovi documenti scagionano dall’accusa.

Nel caso di Angelo Sbardellotto, l’anarchico di Mel condannato a morte dal Tribunale Speciale, Sirena ricostruisce anche alcune vicende collegate che riguardano gli ambienti antifascisti dell’epoca in provincia di Belluno e all’estero.

Per quanto riguarda Carlo Rudio, conte bellunese che fuggì dalla Cajenna e finì in America arruolandosi nel Settimo Cavalleggeri del generale Custer e salvandosi fortunosamente nella battaglia del Little Bighorn contro Toro Seduto, vengono documentati anche alcuni retroscena sconcertanti del progetto di insurrezione in Cadore del 1853 che vide coinvolti Lajos Kossuth, Pietro Fortunato Calvi, Carlo Rudio, Sebastiano Barozzi e altri bellunesi.
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Data ultimo aggiornamento: Martedi' 28 febbraio 2012