Un'avanguardia "invisibile"? I protestanti italiani dalla presa di Porta Pia alle origini del fascismo Il dialogo fra i protestanti e la cultura nazionale cattolica e laica Un'opera che ancora mancava nel quadro storiografico dell'Italia unita Ideale seguito di uno dei classici di Giorgio Spini, Risorgimento e protestanti Negli anni decisivi della storia nazionale che vanno dalla presa di Porta Pia alle origini del fascismo (1870-1922), l'Italia liberale si accorse della componente evangelica della società, dei protestanti che Spini chiama "invisibili"? In questa ricerca storica di grande respiro sugli evangelici italiani - pienamente integrata nella storia politica e sociale della nuova Italia - l'interesse dell'autore si rivolge in particolare al dialogo, indubbiamente difficile, fra la componente protestante e la cultura nazionale cattolica e laica. Dai diversi momenti in cui la cultura filosofica italiana si interessò agli epigoni d'oltralpe della Riforma senza curarsi di quelli del suo stesso paese si arriva quindi - in particolare nei primi decenni del Novecento - a un dialogo più intenso e profondo proprio grazie ad alcune riviste protestanti di ampia diffusione cui collaboravano personalità del mondo culturale italiano estranee al ristretto mondo evangelico. "I protestanti italiani erano senza dubbio una minoranza infima: ma si sentirono un'avanguardia di civiltà cui l'avvenire avrebbe ben dato ragione un giorno". | |
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Data ultimo aggiornamento: Venerdi' 9 dicembre 2011 |