Tanto per cominciare si chiama Clara, non Claretta. Così vuole essere chiamata lei. Così la chiama Mussolini nelle 318 lettere che le scrive tra il 10 ottobre 1943 e il 18 aprile 1945, durante i seicento giorni della Repubblica di Salò: una corrispondenza personale destinata a cambiare l'immagine storica di Clara Petacci e, insieme, a riscrivere la vulgata sulla "repubblica di Mussolini". Perché Clara, fascista totale e antisemita, nelle lettere si rivela non solo confidente sentimentale, ma anche consigliere politico, interprete privilegiata del pensiero del Duce.
Le lettere rivelano due certezze: per Clara, Mussolini è un mito quotidianamente rinnovato; per Mussolini, Clara è l'ultima risorsa esistenziale mentre sente crollare il mondo intorno a sé. Fu vero amore? Sì, anche. Amore e politica, militanza e passione, sesso e ideologia: la relazione tra Clara e Benito a Salò non è stata una semplice storia d'amore, perché la politica ne è stata il motore sino alla fine, quando la scena madre di piazzale Loreto - imprimendole il sigillo della storia - l'ha trasformata in un legame simbolico e indissolubile. | |
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Data ultimo aggiornamento: Martedi' 7 febbraio 2012 |