Una lucida requisitoria contro i miti dell’identità
Si può appartenere a una tradizione senza esserne prigionieri? E si può immaginare la propria identità senza ricorrere alla metafora delle radici? La risposta è sì, basta riflettere su che cosa significa, propriamente, ciascuna di queste parole: per rendersi conto che l’identità, oggetto indefinibile, proprio per questo ha un disperato bisogno di metafore per essere maneggiato; che la tradizione non è qualcosa che si eredita per via genetica – o che la memoria trasmette meccanicamente da una generazione all’altra – ma la si costruisce e la si insegna passo dopo passo, che le radici, infine, sono un’immagine ingannevole ed escludente. | |
L'autore Maurizio Bettini, classicista e scrittore, insegna Filologia classica all’Università di Siena, dove dirige il Centro Antropologia e Mondo Antico. | |
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Data ultimo aggiornamento: Venerdi' 17 febbraio 2012 |