Gian Citton raccoglie in questo libro il corpus delle sue imitazioni da Catullo: sessanta liberi adattamenti, frut-to di un confronto perseguito almeno dalla primavera del 2005. […] Citton propone una scelta da tutte le nugae di Catullo, dedica energie alle poesie d'amore per Lesbia, ai com-ponimenti d'occasione legati alla cerchia degli amici, a quelli sarcastici e provocatori, caratterizzati da aggres-sività e da oscenità esibita. Come comprensibile, egli si avvicina più al Catullo feriale che al poeta dei carmina docta, e al lessico artificiale e aulico predilige quello del sermo familiaris (e vulgaris). Ciò che regola il suo dialo-go con Catullo è soprattutto un meccanismo di trasposi-zione e, ad un tempo, di assimilazione culturale, che re-immette l'autore classico nel circuito vitale della poesia, attraverso la mediazione del feltrino. […] La raccolta è corredata, infine, dalle necessarie autotraduzioni in italiano. Il contributo di una cultura minore si rende così disponibile al pubblico italiano e dei suoi dialetti, allargando la sua portata a un ampio orizzonte culturale. Con Ancora co Catulo in Cornaróta, Citton fornisce il suo apporto alla lettura e all'interpretazione di un classico e, ricreando in feltrino i significati di Ca-tullo, riporta entrambi dentro un sistema più grande, che è, appunto, l'esperienza della poesia, senza confini. Dalla prefazione di Laura Nascimben | |
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Data ultimo aggiornamento: Sabato 7 aprile 2012 |