«Io sono ritornato a Giobbe, perché non posso vivere senza di lui, perché sento che il mio tempo, come ogni tempo, è quello di Giobbe; e che, se ciò non si avverte, è solo per incoscienza o illusione. Io sono ritornato a lui, perché da lui ho ricevuto l'unica soluzione possibile della mia vita.» La parabola di Giobbe, per dire che l'uomo deve trovare liberamente e consapevolmente il suo modo di stare o sostare nella vita, storia e luogo dove si svolge l'esistenza, in relazione necessaria con le presenze e le assenze, con il senso e il non-senso, con il disfacimento e la costruttività, con le speranze e le disperazioni, con l'accoglienza e la ribellione; sapendo così, l'uomo, di far emergere un filone di speranza che scorre sotterraneo, nel cuore segreto delle cose, che gli appartiene ed è sempre altro, viene da altrove e tende altrove, è presente e vivo nelle sue viscere come un gemito generativo e inenarrabile, ma non è lui stesso. Parabola di Giobbe, per ridirci il modo ammirevole, grande e paziente con cui padre David è stato sulla terra, credendo umilmente e tenacemente sperando. | |
La collana Quaderni di ricerca | |
I libri dell'editore SERVITIUM
Gli scaffali di Religione | |
© Libreria Campedèl - Piazza dei Martiri,27/d - 32100 Belluno telefono +39.0437.943153 fax +39.0437.956904 e-mail info@campedel.it | |
Data ultimo aggiornamento: Venerdi' 13 aprile 2012 |