Diritto di morire o libertà di vivere? Eutanasia o accanimento terapeutico? Autodeterminazione o alleanza? Il confronto serio e costruttivo con tutti i protagonisti del dibattito in corso passa da una condizione preliminare: intendersi sulle parole. Mario Melazzini, noto al grande pubblico per i suoi interventi su questi temi, contro una certa "bioetica laicista ", più volte intervistato in TV in soprattutto in occasione del "caso Welby ", è malato di SLA ma non vuole morire: "Io non ho mai se ntito dire a dei malati che hanno provato sulla loro pelle determinate situazioni: non voglio che mi sia fatto questo trattamento, voglio morire a tutti i costi". Secondo Melazzini, che in questo libro riflette sui pregiudizi del dualismo "sano/malato", siamo di fronte ad una società folle, che perso di vista la posta in gioco, il senso del vivere e del morire. Al fondo del dibattito sta il vero problema, la disabilità come nuova frontiera della giustizia: "Perché noi disabili non possiamo essere liberi di vivere? Perché le nostre città sono disseminate di barriere architettoniche? Questo dimostra che siamo di fatto siamo degli emarginati. La fragilità e la malattia diventano veicoli di isolamento sociale". | |
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La collana Il pozzo (2^ serie) | |
Grandi autori moderni presentano saggi, diari, epistolari, riflessioni sulla condizione umana e il rapporto con il divino, sviluppando temi originali che conservano, ancora oggi, una viva attualità. |
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Data ultimo aggiornamento: Lunedi' 16 aprile 2012 |