Oggi l'educazione soffre. Se ne parla poco o non se ne parla affatto.
Vuoi mettere la psicologia? Roba da raffinati, da ricercatori di coscienze e personalità.
Oggi ai genitori vengono fatte le proposte di formazione dai contenuti più disparati: analisi transazionale, enneagramma, psicobiologia, programmazione neurolinguistica, costellazioni familiari, cristalloterapia, reiki, e chi più ne ha più ne metta.
Dei bambini che a quattro anni hanno ancora il pannolino addosso, non sembra importante ad alcuno.
Non è chic parlare di funzioni fisiologiche.
Dei bambini che a otto anni non sanno allacciarsi le scarpe, non sembra importare ad alcuno. Non è chic parlare di aspetti così banalmente "terra terra". Meglio fare progetti, insegnare l'inglese a un anno e sei mesi, meglio occuparsi di riempire la stanza dei giochi in quantità pantagruelica, con le proposte più alla moda e sofisticate, o vestirli con le marche più affermate. Eppure, la domanda d'obbligo è: "Cosa significa educare oggi? Quale direzione, qua li valori, quali azioni praticare nella relazione con i figli?". La risposta, presentata con efficacia e immediatezza in questo stimolante volume, può essere sintetizzata in "sette passi per educare". I sette passi seguono in modo progressivo lo svolgimento cronologico di una relazione educativa, ogni età ne richiama e ne richiede di particolari, a partire dalla nascita di un bambino. E, in ciascun passo, emergono contraddizioni e/o esasperazioni ma anche il significato profondo e la finalità che riveste. "Torniamo ad educare" o "Torniamo ad occuparci di educazione", potrebbe essere lo slogan. Tanto per metterci in gioco come adulti. Condividi: | |
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Data ultimo aggiornamento: Giovedi' 19 aprile 2012 |