Questo volume accompagna la più grande mostra dedicata a fra’ Giovanni da Fiesole in Italia dopo la rassegna tenutasi a Firenze e in Vaticano nel 1955. Attraverso un’ampia selezione di opere provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri, il volume documenta la feconda produzione di uno dei protagonisti del Quattrocento italiano ed europeo: dalla giovinezza, ispirata alle più squisite eleganze tardogotiche (evidenti nella Tebaide degli Uffizi o nella Madonna di Cedri), fino all’ultima fase r omana, ormai caratterizzata da una facies pienamente umanistica (ne sono esempio il Trittico Corsini e la predella della Pala di Bosco ai Frati restaurati per l’occasione). La scelta delle opere è stata compiuta privilegiando i criteri di qualità e autografia, per illustrare le varie fasi dell’attività dell’Angelico (tra i capolavori in mostra il Paradiso degli Uffizi, il Trittico di Cortona, l’Annunciazione di Montecarlo e l’Armadio degli Argenti) e mirando a far conoscere lavori mai esposti e trascurati dagli studi (tra questi la predella di Zagabria, l’Annunciazione di Dresda, il San Giovanni Battista di Lipsia, la Guarigione del diacono di Zurigo, i Beati e i Dannati di Houston). Assieme alla sua attività di pittore (documentata da tavole, tabernacoli, scomparti di pale, tele) e di miniatore (con i più importanti codici decorati dal maestro e dagli aiuti) è posta in rilievo anche quella di disegnatore (con un primo studio monografico su tale settore dell’arte angelichiana). Uno specifico spazio è inoltre assegnato alla poliedrica attività della bottega dell’artista domenicano. Tra i numerosi contributi nel volume, che propongono puntuali e inedite letture di carattere sia filologico sia interpretativo, si presentano per la prima volta l’organica ricostruzione della fortuna critica dell’Angelico e i risultati di una campagna di indagini riflettografiche condotta dal Laboratorio della Scuola Normale di Pisa su varie opere del maestro e dei suoi collaboratori. Guido (o Guido lino) di Piero nasce a Vicchio nel Mugello probabilmente tra il 1395 e il 1400. È documentato per la prima volta, ancora allo stato laicale, nel 1417 come membro della confraternita fiorentina di San Niccolò al Carmine. Nel 1418, già magister autonomo, completa una pala d’altare in Santo Stefano in Ponte a Firenze. Poco dopo entra nel convento osservante di San Domenico di Fiesole con il nome di “fra’ Giovanni”, attestato per la prima volta nel 1423. Dipinge pale d’altare e affreschi per il suo convento , per quelli di San Pietro martire, di San Domenico di Cortona, dove è presente nel 1438, di San Marco a Firenze, dove decora anche le celle dei frati (1438-1444 circa). Esegue inoltre commissioni per i francescani di Santa Croce (1429), per la Cappella Strozzi in Santa Trinita (1432), per l’Arte dei Linaioli, in associazione con Lorenzo Ghiberti (1433-1435). Alla fine del 1445 si reca a Roma, realizzando quattro cicli di affreschi per Eugenio IV e per Niccolò V, dei quali sopravvive la sola Cappella N iccolina (1448). Nel biennio 1450-1452 è priore del convento di San Domenico di Fiesole, dipinge la Pala di Bosco ai Frati (Mugello) e l’Armadio degli Argenti per la SS. Annunziata a Firenze. Rientra infine a Roma, dove esegue dipinti e affreschi per la sede domenicana di Santa Maria sopra Minerva: qui muore il 18 febbraio 1455 ed è sepolto in una tomba monumentale. Pochi anni dopo due confratelli lo definiscono “Angelicus” (Corella) e “Beatus” (Borselli); la santità di vita, attestata da tutte le fonti, gli è valsa la beatificazione nel 1982 e la nomina a “Patrono degli artisti” nel 1984. Roma, Musei Capitolini 8 aprile – 5 luglio 2009 | |
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Data ultimo aggiornamento: Domenica 20 maggio 2012 |