Si può dire che questo libro segni il più importante sviluppo della psicologia analitica dopo la morte di Jung. James Hillman vi ha messo in questione l'analisi stessa con una radicalità e una consequenzialità che sconvolgono e scalzano ogni possibile routine delle varie scolastiche (junghiane non meno che freudiane). Dopo che per decenni l'analisi ha preteso di sezionare il mito, qui per la prima volta ci si chiede: qual è il mito che sta dietro all'analisi e la determina nel pro fondo? «Se leggete Il mito dell'analisi vi trovate oltre l'analisi, grazie all'analisi, si capisce, perché soltanto Freud e Jung e tutti i loro precursori e seguaci hanno restituito la mitologia all'anima e ricostituito la mitologia dell'anima. A ogni modo, l'immaginazione neoplatonica di Hillman non può più soddisfarsi della terapia analitica. In epigrafe alla prima parte del suo libro egli cita un passo da una lettera di Keats dove il mondo è chiamato romanticamente “la valle del Fare Anima”. Ciò che affascina nella terapia analitica è questo fare anima, l'analisi è per Hillman “un procedimento mitopoietico”». | |
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Data ultimo aggiornamento: Venerdi' 3 agosto 2012 |