Perché proviamo quello che proviamo guardando il rosso di un tramonto o ascoltando le note di una sinfonia?
Come mai non percepiamo le cose capovolte, visto che così appaiono sul fondo della nostra retina? E come mai il mondo appare stabile di fronte a noi, in tutta la sua abbondanza di dettagli, nonostante le imperfezioni dei nostri occhi e il loro continuo movimento? Con questi e altri enigmi si confronta il volume di Kevin O’Regan. La soluzione è tanto originale quanto semplice: occorre cambiare il modo di concepire la visione, intendendola come esplorazione attiva del mondo e non come mera immagine interna di esso. Diventa così possibile spiegare cosa renda speciale il fenomeno della coscienza. Una questione che per O’Regan comincia a risultare scientificamente trattabile quando si comprende che la coscienza non è qualcosa che accade nel nostro cervello ma è qualcosa che facciamo e dipende nelle sue forme dai molti modi in cui interagiamo col mondo che ci circonda. | |
L'autore
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Kevin O’Regan dirige uno dei più importanti laboratori di psicologia sperimentale in Francia, il Laboratoire de Psychologie de la Perception dell’Université Paris Decartes di Parigi. È noto per aver teorizzato l’approccio sensorimotorio alla coscienza e per gli studi sul movimento degli occhi durante la lettura. | |
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La collana Scienza e idee | |
Collana diretta da Giulio Giorello. |
I libri dell'editore Raffaello Cortina Editore
Gli scaffali di Filosofia e psicologia |
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Data ultimo aggiornamento: Lunedi' 24 settembre 2012 |