Il rito della timbratura impone un confine netto tra vita e lavoro, ma nei fatti è sempre più difficile separare sfera privata e altri impegni. Mentre il tempo di lavoro sconfina nella vita, l’orario di lavoro è sempre misurato su una base rigidamente ancorata al luogo fisico dell’ufficio.
Nella società della conoscenza la proposta di forme di flessibilità temporali e spaziali – in grado di garantire al lavoratore la possibilità di organizzarsi e gestire autonomamente il proprio ritmo di vita – costituisce una risposta necessaria a chi reclama un rapporto di lavoro basato non sulla presenza, ma sul risultato. Occorre superare uno stile manageriale poco incline alla delega e orientato al controllo, e vincere lo stereotipo secondo cui il lavoratore flessibile è meno produttivo, cittadino di serie B nel riconoscimento del sistema premiante, con tutti i limiti che ciò comporta nello sviluppo della carriera. Analizzando alcune best practice in atto nel nostro paese (in imprese piccole, medie e multinazionali), il libro individua soluzioni organizzative fondate sulla responsabilità e sul risultato, capaci di introdurre sistemi di valutazione meritocratici della performance individuale. | |
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Data ultimo aggiornamento: Lunedi' 24 settembre 2012 |