«l’Italia – quella liberale e poi quella fascista – ebbe necessitą di una lunga guerra per conquistare la Libia e vi impiegņ i mezzi pił violenti per vincerla: la deportazione, le fucilazioni sommarie, i campi di concentramento. Tutta questa violenza coloniale, che č inestricabile dalla storia dell’Italia in Libia, mal si concilia con l’icona diffusa degli "italiani brava gente"» Per «guerra di Libia» si intende in genere la campagna per la «Quarta sponda» dell’Italia giolittiana contro l’impero ottomano nel 1911-12. Ma alla fine del 1912 gli italiani controllavano solo qualche cittą della costa libica. Per avere il controllo della regione gli italiani impiegarono vent’anni, dal 1911 al 1931. Il conflitto divenne irregolare, fatto di guerriglia e controguerriglia; da guerra all’esercito turco divenne lotta contro la resistenza anticoloniale libica e contro i civili di Tripolitania e Cirenaica. L’Italia fascista finģ per organizzare una serie di campi di concentramento, in cui rinchiuse metą del la popolazione della Libia orientale. Il libro racconta una vicenda che l’Italia ha preferito dimenticare: conoscerla aiuta a capire anche la storia della Libia contemporanea, dall’indipendenza al regime di Gheddafi. | |
L'autore | |
Nicola Labanca insegna Storia contemporanea all’Universitą di Siena. Con il Mulino ha pubblicato anche «Una guerra per l’impero» (2005) e «Oltremare. Storia dell’espansione coloniale italiana» (nuova ed. 2007) e ha curato «I bombardamenti aerei sull’Italia» (2012). Č pre sidente del Centro interuniversitario di studi e ricerche storico-militari. | |
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Data ultimo aggiornamento: Mercoledi' 28 novembre 2012 |