Dal 18 febbraio al 18 marzo, per cinque lunedì, nella splendida chiesa trecentesca di Sant’Agostino in Rimini, si è svolto un ciclo di incontri-meditazioni quaresimali incentrate sul Concilio e l’Anno della Fede. Una risposta concreta all’invito rivolto da Benedetto XVI nella Lettera Apostolica Porta fidei, affinché “si intensifichi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole e a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanità sta vivendo. […] Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio”. Quattro dei cinque contributi sono stati raccolti nel volume “La forza e la bellezza della fede” che, come si evince dal titolo stesso, richiama la centralità e la bellezza della fede cristiana in prospettiva missionaria, nel sincero anelito di aprire sempre più ai cuori l a porta della fede. I contributi seguono le indicazioni di Porta fidei circa la riscoperta dei “contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata”. Temi assegnati a mons. Ignazio Sanna, Arcivescovo Metropolita di Oristano (fede professata), a mons. Alceste Catella, Vescovo di Casale Monferrato (fede celebrata), a mons. Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano (fede vissuta) e a mons. Francesco Lambiasi Vescovo di Rimini (fede pregata). Il primo contribu to però è stato chiesto al cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, con l’intento di introdurre i partecipanti ai Quaresimali entro un orizzonte ecclesiale che tenesse presente tutta la ricchezza apportata dal concilio Vaticano II. Per questa ragione a lui è stato chiesto di approfondire il tema La Chiesa e l’annuncio del mistero, il concilio Vaticano II davanti a noi, tra continuità e riforma. La raccolta si presenta perciò come un utile strumento di riflessione e di meditazione sul dono della fede e di maturazione di un’autentica testimonianza e realizzazione della vita buona del Vangelo. Come scrive mons. Lambiasi: “Il servizio apostolico è amoris officium, un compito d’amore. Questo significa che essere apostoli è vivere una vita, non tanto esercitare un ruolo, svolgere un compito, fare un lavoro. (…) Come Vescovo, non posso mai dimenticare che il Signore non pretende da me delle prestazioni sempre più ardue …; vuole la mia umile, gratuita fedeltà; insomma ha sete del mio a more. Questo da una parte mi inquieta, eppure non mi avvilisce, perché dall’altra mi dà grande pace”. | |
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Data ultimo aggiornamento: Venerdi' 15 marzo 2013 |