La collana Il pellicano rosso nuova serie | |
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Apparso nel 1959, questo saggio segna la svolta in Ricoeur dalla fenomenologia all'ermeneutica e rappresenta la cellula originaria di Finitudine e colpa, l'opera che consacrerà Ricoeur tra i maestri della filosofia contemporanea. Una svolta che avveniva attraverso il confronto con la fenomenologia della religione di Mircea Eliade, la psicoanalisi di Freud e Jung, gli studi sull'immaginazione poetica di Gaston Bachelard e la teologia della demitologizzazione di Bultmann. Il risultato è un'ermeneutica che, da un lato, giustifica il simbolo - sia esso religioso o culturale - in quanto "fonte non filosofica" della filosofia, dall'altro mostra come i simboli - i nomi dal senso molteplice attraverso i quali gli uomini hanno tentato di decifrare gli enigmi della vita - siano a pieno diritto cosa stessa del pensiero. Un'ermeneutica oggi più che mai attuale, in un tempo dove il ritorno del sacro e dei suoi simboli assume il volto violento degli idoli: "non avremo mai finito di distruggere gli idoli, al fine di lasciare parlare i simboli". PAUL RICOEUR, nato a Valence (Francia) nel 1913, di religione riformata, insegnante dapprima nei licei, poi nell'Università di Strasburgo, di Parigi-Nanterre, visiting professor in varie Università degli Stati Uniti, assiduo collaboratore di incontri internazionali, a Ginevra, a Roma (Colloqui promossi da E. Castelli) conferenziere in Olanda, Belgio, Svizzera, Germania ecc. | |
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